Giacomo Infantino

PREJA BÜIA

2020/2021

Preja Büja è un’indagine aperta lungo i territori della regione prealpina del Nord Italia e di quella Svizzera del Canton Ticino. Il significante del naturale, i territori di confine, la relazione effimera tra luoghi dal retaggio preistorico, è rielaborato attraverso una disposizione di fascinazione del mito, del paesaggio e dell’uomo stesso. Il lavoro, ponendosi come dialogo tra inconscio e suggestione dell’individuo, si configura attraverso una dimensione ampia e sfaccettata creando interstizi di significato, sopravvivenze atte all’esplorazione cosmogonica del mito, della favola, tra l’arcaico e il contemporaneo.

In Preja Büia, nome derivato da un masso erratico della provincia di Varese, diviene la chiave di lettura di un territorio antico, messo in forte crisi dalla coesistenza duale tra una natura antropizzata e di una mutata; la fascinazione incontra dunque la corrispondenza tra le parti, crea un nuovo linguaggio dialogico per la creazione di nuovi miti, nuovi stilemi, flessibili e totalmente fluidi confluenti in un abbraccio tra l’oggettività e il pensiero.

Attraverso prospettive oniriche, indagini informali e installazioni di luce sul territorio ho cercato di restituire un’ipotetica dimensione altra del paesaggio stesso in grado di slegarsi da una logica strutturale, ma che al contempo sia in grado di poterla plasmare attraverso la fusione di elementi caratteristici, ossia quegli aspetti culturali scomponibili, già assimilati ma fortemente mutabili, di ciò che costituisce oggi il senso di abitare un luogo, esperirlo, viverlo.

BIO

Nato a Varese nel 1993, si è laureato in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, con una tesi sulla committenza pubblica in Italia. Successivamente prosegue, nella stessa istituzione, il Master in Fotografia e Arti Visive che lo porterà a trasferirsi all’estero per completare gli studi presso l’Hochschule Für Grafik Und Bunchkunst di Lipsia.

La sua ricerca nasce da un profondo legame con il territorio in cui vive che lo indurrà a focalizzare la sua attenzione su alcuni luoghi di confine e periferici del Nord Italia e dell’Europa centrale. Attraverso la fotografia e il video realizza operazioni sul paesaggio intese a creare nuove forme di letture interiori e personali sulla percezione del paesaggio con l’obiettivo di trasformarle in una narrazione partecipativa in grado di esternare alcuni aspetti della contemporaneità legati al senso dell’abitare. Utilizzando molteplici linguaggi, come l’installazione site specific sul territorio, spesso costituita da sorgenti luminose, schermi, materiali effimeri, intraprende una ricerca sognante su territorio che stiamo tempestivamente perdendo.